E' bella.
E'
sveglia.
E'
autonoma.
E'
deliziosamente, spietatamente femmina, a volte un po' manipolatrice,
sempre accattivante. L'Uomo, infatti, è cotto e mangiato.
Fa le
domande a effetto: “Perchè hai messo i campioncini per me su
questo letto, in questa stanza?” “Perchè se ti fermi a dormire,
quella è camera tua”. (E lo sai benissimo, ma volevi sentirmelo
dire...)
Fa le
frasi mirate: “Non ho mai avuto una vera torta per il mio
compleanno.”
Fa
domande assurde mentre è al supermercato con l'Uomo, e lui tutto
goduto che le spiega.
Ma
sono una donna anche io. Oggi ho piazzato un tiro da tre punti con le
pantofoline lilla: “Che belleeeeeeeeeeee”, ha urlato. Un altro
con le mie magnifiche pallette omeopatiche, con cui abbiamo
parzialmente risolto il problema starnuti allergici.
Sta
cominciando a crederci. Infatti da quella ragazza spigliata, forte e
indipendente che avevo visto i primi giorni sta spuntando, come un
elfo da sotto la corteccia di un albero, una bambina che vorrebbe le
coccole. Che fa i capricci, i broncetti, le smorfie. Che non si
capisce cosa mangi volentieri e bisogna farle provare le cose che non
ha mai assaggiato. Che vuole la buonanotte telefonica.
Poi va
beh piccola è piccola, ma anche no: oggi le abbiamo regalato vestito
e scarpe per la sua festa di compleanno. L'Uomo è diventato un
personaggio epico da Tally Wejil, per aver percorso decine di volte
avanti e indietro il negozio con in mano vestitini taglia trentotto e
scarpe tacco nove, dieci, undici, disquisendo in modo competente con
le commesse sull'esatta tonalità di verde acqua che dovevano avere
gli accessori, fino a scovare personalmente le più spettacolari
scarpe nere tacco dodici che io abbia mai visto. Un paio di scarpe
che uno se lo immagina addosso a, non so, Uma Thurman?, ma in una
serata veramente assassina. Bene, ora sono di S. Avremo esagerato? Va
beh ma con quel vestito le stavano uno schianto.
Non lo
so. Anche a me, che peraltro sono molto presa dal ruolo e oggi l'ho
anche sgridata un po' per come si rivolgeva alle educatrici, alcune
cose fanno l'effetto di rendermi le ginocchia molli come burro. Per
esempio questa fisicità, per cui siamo sul divano a vedere un film e
S. mi si accoccola contro. Con quella pelle scura che è sempre
freschissima anche quando ci sono trentaquattro gradi. Sembra seta.
Il mio cuore non accelera per paura di disturbare la magia, ma io lo
sento che batte.
E poi oggi c'è stato questo. Che lei era nel camerino del negozio e mi chiamava dentro per chiuderle la zip sulla schiena o restituire le scarpe, e a un certo punto, mentre io assaporavo con una sensazione stranissima questa scena, la stessa in cui tante volte io ero la figlia che si provava il vestito e fuori dal camerino c'era mia madre, lei ha alzato gli occhi e ha detto: “Ma guarda, sono a scegliermi il vestito per il mio compleanno... qui con voi... questo momento non me lo dimenticherò mai!” e io stavo appunto pensando quelle parole, nel medesimo istante.
Questo
gioco del “non me lo dimenticherò mai” lo fa da diversi giorni,
e mi fa una tenerezza indicibile. E' come se stesse facendo un album
di scatti dei nostri primi momenti insieme. E' talmente plateale che
mi sono anche chiesta se non sia una posa: riconosco in alcuni suoi
modi, in alcune sue frasi, anche una gattosità leggermente studiata,
che mi mette un pochino a disagio. Ma non mi preoccupo, per due
motivi. Uno, che io sono l'ultima persona che si lascia abbindolare
dalla gattosità, e lei con me, appena mi conoscerà meglio, cambierà
registro (con l'Uomo, invece, ridotto un budino privo di volontà
propria da certi artifici propriamente femminili, direi che le
conviene di gran lunga continuare). E due, che a volte al contrario
S. fa o dice cose incredibili, inaspettate, da cui traspare una tale
infantile, disperata necessità di rassicurazioni, che le si perdona
qualunque piccola astuzia inventata per attirare la benevolenza e
l'attenzione.
Oggi dopo pranzo l'ho trovata semisdraiata sul divano, e visto che non osava mettersi più comoda le ho slacciato e levato le scarpe, per poi allungarle i piedi sul posto vicino. Questo
le è piaciuto un casino, si è visto benissimo, e la sua espressione sorpresa e timidamente felice mi ha convinto molto più di tante parole.
Sta nascendo una famiglia ed è dolce il modo in cui lo racconti, grazie.
RispondiEliminaQuesta versione mamma di castagna la amo.
RispondiEliminaGrazie perché posso commentare e condividere questa cosa bellissima con te.
Mi piacerebbe tanto rivederti.
Susi(bita)
@ D., Susi: oggi con la Symo abbiamo chiarito che sono una madre co.co.co. per il momento...
RispondiElimina@Susi: Anche a me! Ma dovremo aspettare l'autunno. L'estate è già chiaramente troppo corta per tutto quello che ci aspetta qua...
Immagino...buona estate allora.
RispondiEliminaMi sembra un di quelle toste. Toste e belle ;).
Susibita