Qua
ci vuole la mamma.
Spiego.
S.
ha, come tutti i ragazzi della comunità, una storia tremenda alle
spalle.
E
ha bisogno di raccontarmela. Ci gira intorno tutti i giorni, quando
ci vediamo, fa continui accenni. Ma di solito siamo in giro, stiamo andando dove c'è altra gente, o siamo già in mezzo ad altra gente.
S.
cerca di catturare la nostra attenzione. L'altro giorno, quando è
venuta per la prima volta a casa nostra, ha manifestato una reazione
allergica, probabilmente al pelo dei gatti. L'Uomo si è agitato
tantissimo. Bene, giovedì sera a casa ci siamo stati meno di
mezz'ora, di passaggio, e lei cosa ha fatto? Ha ficcato la faccia nel
pelo del gatto, appena entrata. Occhi gonfi, starnuti, lacrime,
tosse.
S.,
a cena con noi, si lamenta tutta la sera del mal di denti e mangia
pochissimo perchè sente dolore, però poi non chiama il dentista e
nei giorni successivi non manifesta particolari problemi.
Come
se non bastassero questi richiami plateali, Mamma Castagna s'è
accorta anche di un'altra cosa. Tra le emozioni che prova per tutto
quel che le succede, gli incontri con la psicologa, il lavoro coi
bambini delle elementari al centro estivo, il caldo, il mangiare
poco, il dormire tardi, S. è sfinita. Alla sera, quando la riporto
alla Casa di Pony, a volte non riesce a fare una frase intera senza
impappinarsi. E adesso, attenzione, S. si trasferisce, con A. e con
tutti gli altri, nella località persa in cima alle campagne dove la
cooperativa che gestisce la comunità ha un'altra casa famiglia. A
35 km da qui, di strada di campagna con pullman lentissimi, e
proprio ora che lei deve forse cominciare un periodo di lavoro, come
borsista, da una pettinatrice.
Quindi.
Giovedì sera in pizzeria a un certo punto, tra i capricci per il
mangiare che faceva lei, l'ora, e la lentezza assurda con cui ci
hanno servito, dalle profondità della prof. Castagna, che spesso si
sente e si comporta come una ragazzetta sciroccata, è emersa una
serissima mamma, che ha sentenziato: “Non ne mangi più? - Devi
prendere qualcosa per il dente – E' tardi – Ora ti riaccompagno”
e si è autorevolmente alzata da tavola, con le chiavi della macchina
in mano. Devo dire che lei non ha fatto una piega.
Poi
ieri sera ho approfittato del fatto che fossimo soli, io e un Uomo
pesantemente di cattivo umore, per fare ad alta voce il punto della
situazione.
Se
date retta a me, adesso:
- 1. S. va a casa a dormire a un'ora umana, quando non ci sono cose particolari da fare, tipo la sua festa di compleanno, etc.
- S. comincia a girare con un antistaminico in borsa, a fare una cura omeopatica contro la rinite, e niente niente ci facciamo scrivere anche la visita dal dermatologo per quelle macchioline chiare che ha sulla pelle, e i test delle allergie;
- S. si fa mettere ulteriormente a posto i denti;
- S., invece che strapazzarsi sempre in giro come quell'agitato di A., che invece in una stessa stanza troppi minuti di seguito non riusciva a starci, comincia a venire qui a chiacchierare e evita di toccare i gatti continuamente, e viene qui a riposarsi anche un po' sul letto o sul terrazzo se vuole, e a mangiare a pranzo e a cena in un orario normale. Così avremo anche tempo di parlare. Questo, in attesa che l'assistente sociale, che dobbiamo vedere mercoledì, ci dica che possiamo anche portarcela un po' in montagna, a Genova o comunque tenercela a dormire.
- S. respira profondamente e si convince, pian piano, che, sebbene stia succedendo di tutto nella sua vita, non c'è bisogno di correre. Che instaureremo delle buone, delle serene e ripetitive abitudini nelle quali potrà accoccolarsi come un gattino finchè non si sentirà sicura.
Non
è secondario nemmeno un altro aspetto: che, quando Mamma Castagna
avrà iniziato a farsi sentire su quando si dorme, cosa si mangia e
che medicine si prendono, finirà sicuramente il periodo di simbiosi
assoluta che si è instaurato tra noi due (l'altra sera, io: “Porto
il cane a fare pipì”, e lei: “Stai via molto?”) e ricomincerà
l'era dell'Uomo, come sempre quando la madre spacca le balle. E
questo è un bene perchè l'Uomo, si dica quel che si vuole, ma da
quando la superstar della cosa non è più lui, a sua volta è sempre
stanco, malaticcio e di cattivo umore.
Prima
mossa: stamattina al mercato compro un paio di ciabattine per quando
S. viene qui a casa.
Messaggio:
mettiti comoda. Rallenta, rilassati, riposati.
Seconda
mossa: telefono e mi faccio relazionare a proposito di 1) denti 2)
starnuti 3) pelle 4) spostamenti e programmi dei prossimi giorni.
Messaggio:
ti marco stretta, voglio che tu stia bene, bando alle ciance, ora me
ne occupo io.
Terza
mossa: mi sa che anche questo weekend non vado in montagna.
Messaggio:
io per te ci sono.
Ma
ci mando l'Uomo, così ne ho uno in meno che si lamenta.
Messaggio:
arrangiati, hai voluto una figlia, adesso non sei più tu il bambino
di casa.
Beh pare proprio che il ruolo ti calzi bene, Mamma Castagna.
RispondiEliminaDieci anni (più uno e mezzo di tirocinio) a spaccare i maroni ai ragazzini delle medie sono u discreto allenamento.
RispondiEliminaBrava. Soprattutto sull'ultimo punto. Pellons
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