Nel corso degli incontri con le psicologhe, stavo veramente male, e per tanti motivi:
Non ho niente contro chi impara, e onestamente lo so che io e l'Uomo siamo un caso interessante per gli psicologi, non fosse altro perchè parliamo volentieri. Quindi, quando la psicologa, che per inciso non è una zombie strappabudella ma una fretuela (cioè una magrolina scattante e tremebonda, come lo diremmo a Zena) molto poco spaventosa, e con la voce dolce, ha chiesto se al primo colloquio di coppia poteva assistere una giovanissima tirocinante bionda dall'aria timida, abbiamo detto sì.
Però me la sono ritrovata anche al secondo colloquio e avrei fatto a meno, visto che era quello individuale e mi è toccato tirar fuori tutte le magagne, e i casini ossessivo-compulsivi sul cibo, e il rapporto con mia madre, e patapim e patapum.
Poi quando la psicologa "grande" ha dovuto rispondere a una chiamata sul cellulare e la "piccola" ha continuato il colloquio da sola per mezz'ora, onestamente me la sono segnata, e se mai non mi trovano adeguata come madre faccio ricorso, no, sul serio.
Perchè la ragazza, a precisa domanda, ha risposto di avere venticinque anni, e io, che ne ho undici di più, al pomeriggio, dopo questo colloquio, sono andata a Genova a vedere mio padre sostenere cose assurde con la commercialista, e girare con DIECIMILA euro in tasca, e dire che in banca gli avevano fatto un sacco di storie per darglieli (e te credo: ultimamente spesso dice "mille lire" per dire "mille euro" e si confonde coi conti), e dopo sono tornata a casa e ho pianto un'ora parlando con l'Uomo di come siamo messi adesso come coppia (male. Così male che è un casino pensare che abbiamo delle scadenze con il tribunale dei minori proprio ora) e di cosa pensiamo di fare, e di cosa c'è che vale sempre la pena, e di perchè stiamo facendo tutto questo se siamo in crisi nera, e di come mai lui con me sembra così insofferente e infelice e io mi sveglio di notte col mal di stomaco, eppure, quando ci chiedono di parlare di noi come coppia, ci sentiamo ancora così fortunati di esserci conosciuti. O anche, viceversa, di perchè se siamo così una bella coppia io mi sento così sola, e lui è così nervoso, e via con discorsi così, che poi sono le 23.00 e ti scaldi una minestra e te la mangi seduta nel letto della camera degli ospiti cercando di scaldarti il corpo e l'anima, e dormi sola, e al mattino scendi e riprendi a girare la tua brava ruota del mulino sentendoti un po' più vecchia, e un po' più stanca, e un po' più triste del giorno prima.
E, ecco, con tutto il rispetto che si deve sempre a chi impara, NON CREDO PROPRIO che una ragazza di venticinque anni sappia e possa giudicare che vita faccio io, neanche se provo a spiegargliela.
Oggi sono incazzata col mondo. E sono solo le sette di mattina.
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