E' che poi, quando
arrivano, i nostri non è che siano problemi normali.
Okay, reduce da
un'entusiasmante (...) festa della mamma, provo a mettere giù in
parole semplici quel che sta succedendo.
Punto uno, qua in questo
momento di entusiasmante c'è poco.
Di colpo, senza motivi
apparenti, due settimane fa la nostra bella, sorridente e affettuosa
ragazzina dalla testa dura come il basalto è stata improvvisamente
rapita dagli alieni e sostituita con una bella, scontrosa e
agitatissima ragazzina. Dalla testa dura come il travertino.
Arriva il lunedì, di due
settimane fa appunto, a pranzo, dopo aver combinato non si sa quale
casino, e essere andata a scuola quasi all'ora di uscita. Sputa
veleno sulla comunità, che è colpa loro che non l'hanno svegliata e
poi che è ancora colpa loro che non l'hanno accompagnata. La
versione della responsabile Saint Mary of the Orphans è un po'
diversa, ovviamente.
Non riusciamo, da due
settimane, a farci sputare il rospo.
Non si sa cosa sia
successo, lei è cambiata.
Il martedì cerca di
spiegare a sua madre, che sarei io, e che accidentalmente di mestiere
fa la professoressa ed è sposata con un professore, che le
giustificazioni delle assenze non sono necessarie e quindi niente
diario e niente libretto. Ci scontriamo come ai bei vecchi tempi e
finisce con lei che zitta e muta al pomeriggio viene da me
accompagnata in comunità, dove fa saltar fuori diario e libretto
misteriosamente dimenticati per settimane. Ma non è chiusa lì, e
della scuola se ne ridiscute anche il lunedì successivo. E oggi. E a
metà settimana scorsa. E via sms, bigliettini, etc. Il massimo si
tocca quando lei decide di spiegarmi con aria di sufficienza che il
fatto che settembre ottobre novembre siano stati mesi liscissimi, in
cui non ha perso un giorno di lezione... beh, quello “era un
periodo” della sua vita.
Questa me la segno. Le
spiegherò in caso di bisogno che anche le vacanze dell'estate
scorsa, il cellulare e vedere il fidanzato sono stati “un periodo”.
Prima medaglia del mese,
guadagnata per non averle esploso la testa con un ceffone atomico.
Ma fossero solo questi i
problemi. La Princi adesso ha regolare ricetta per pillola
contraccettiva, che regolarmente assume. E regolare fidanzato, con
cui pratica regolare attività copulatoria non si sa bene dove (siamo
in attesa di scoprirlo da una telefonata dei carabinieri, temo). Non
potendomi preoccupare proprio di tutto, avevo deciso di confidare che
questi adolescenti non automuniti dispongano di posti adatti allo
scopo, dove non si fanno beccare; comunque, per quanto lo zio
Visconte (che ha un figlio adolescente maschio) abbia insistito, no,
le psicologhe in coro (la sua e la mia) non sono d'accordo che
lasciamo libera casa nostra o l'ufficio (dove peraltro abbiamo
un'amica che riceve gente in studio, una Fata che va a pulire e una
segretaria che ha le chiavi). E non è che noi ne avremmo molto
piacere, del resto.
In ogni caso l'esistenza
della pillola e la sua assunzione erano sufficienti a farmi dormire
la notte. Infatti dormivo profondamente quando il fidanzatino
Bimbominkia (che poi, più ci parlo e meno mi pare Bimbominkia, a
parte l'abbigliamento) ci ha allertato via sms che la Princi fa
strani discorsi di maternità e che lui teme che con la pillola non
sia precisa. Volutamente.
Da allora la mia vita si
divide in due come quella di Peter Parker, di Superman e degli altri
personaggi che celano un'identità nascosta. Di giorno, quando lei è
presente, sono la mamma, e affronto la scuola, le sigarette, i
piccoli problemi organizzativi, le richieste di attenzione, etc. Di
notte e ogni volta che lei non c'è, sono il ritratto della
disperazione e ho segreti contatti con tutta l'équipe incaricata di
prevenire le disgrazie apocalittiche che potrebbero capitarci tra
capo e collo. Inoltre, messaggio segretamente con il Bimbominkia. E
pratico un dolorosissimo, difficilissimo allenamento al distacco da
questa personcina complicata e poco sana che ci siamo messi in casa.
Perchè è chiaro come il
sole che questo voler essere la madre nella sua famiglia ideale è un
aspetto patologico, che deriva dalla sua malatissima relazione con la
famiglia di origine, e dobbiamo metterci nell'ottica che se, per
qualche motivo, dovesse cercare di rovinarsi la vita con una
gravidanza mentre è ancora minorenne e coi documenti incasinati,
automaticamente farebbe saltare anche l'affidamento.
Oltre al fatto che nessuno
ha preso in considerazione come reagiremmo noi, anche in assenza di
problemi di tutela legale, a una cosa come questa.
E' difficile parlare di
questa situazione, e naturalmente non mi metto qui a spiegare come e
perchè certe idee possano prendere in qualche modo piede nel suo
cervellino pieno di confusione. Né delle implicazioni legali,
morali, affettive, personali, etc etc etc etc che avrebbe per noi il
renderci conto di non avere più modo né tempo di farle avere
quell'esperienza di essere figlia, accudita e educata, che le manca.
Ho parlato al singolare,
sopra, ma l'Uomo c'è dentro fino al collo. Il punto che distingue me
da lui è che lui, dopo la fuga di dicembre, aveva ridimensionato
parecchio le sue aspettative nei confronti della Princi. Io no. Anzi.
Quindi ho preso una doccia gelata da fermarmi il battito cardiaco.
Non è che non capisca che
lei non lo fa con malizia, di coltivare desideri distorti, non è che
la psicologa non fosse stata chiara sui danni che si porta dentro chi
viene da una famiglia come quella che, purtroppo, la Princi ha avuto
prima della comunità e di noi.
Non è neanche che sia
tutto perduto. Il Bimbominkia mi rassicura dicendo che lei a volte
parla tanto per parlare. La psicologa dopo il loro colloquio mi ha
detto “brava, signora, complimenti” e non mi ha spiegato perchè,
ma non credo fosse una battuta. L'assistente sociale ha fatto alla
Princi un quadro preciso di cosa le succederebbe se “per sbaglio”
iniziasse una gravidanza ora: comunità madre- bambino, figlio dato
automaticamente in adozione, etc.
Purtroppo, però, come da
disposizioni superiori dell'équipe, e per parare il fondoschiena al
ragazzino, che ci ha chiesto di non dirle niente, di questo desiderio
malatissimo di metter su famiglia subito non abbiamo ancora parlato
io e lei (e forse da un lato sarebbe meglio non dover nemmeno
arrivare a parlarne), né lei e l'Uomo. E io mi porto questo fardello
e riesco incredibilmente anche a lavorare, mangiare e non aggredire
la gente al supermercato o per la strada (ma non a dormire).
E io posso anche fare
quella che si fida. Purtroppo non della Princi, ma dell'équipe che
la segue. E di mio marito, che comunque sta cercando di tenere dritto
il timone della nave, mentre io mi sporgo fuoribordo a vomitare anche
l'anima, in mezzo ai marosi.
Però mi rendo conto che,
per la prima volta da quando questa cosa è iniziata dieci mesi fa,
ora realizzo che potrebbe davvero andare a finire male. Non come
pensavo dopo dicembre, con gli assistenti sociali che ci levano la
Princi. Ma proprio con noi tre che non riusciamo, non possiamo, non
vogliamo andare avanti.
Non aiuta per niente il
fatto che la Princi da qualche giorno dica platealmente a tutti (la
psicologa, le assistenti sociali, il fidanzato, e oggi anche a me)
che non ci racconta più tutto perchè non si fida come prima.
Né che reagisca con il
solito cubo di travertino durissimo che ha al posto della testa a
qualsiasi nostra richiesta che non le piaccia.
Né che, mentre noi con il
cuore in mano la pregavamo di non tenerci fuori dai suoi problemi, ci
abbia cacciato un sacco di palle. E sappia che noi lo sappiamo. E se
ne sbatta.
Se ci mettete che per
quattro giorni su cinque, questa settimana, siamo sole io e lei, e
che lei, sebbene io ora sia più preparata di prima e più facile ad
averla vinta, comunque quando non c'è l'Uomo mi fa ogni volta
sputare litri di sangue impuntandosi sulle cose più semplici...
E, terrore nero, l'Uomo è
via per tre giorni in gita scolastica, fuori Italia, il che significa
che qualunque cosa succeda qui non torna fino a venerdì notte.
Se arrivo dall'altra parte
della settimana senza che lei sia scappata di casa, senza che io le
abbia girato la testa di 180 gradi con una sberla, senza che le abbia
spiattellato che so tutto dei suoi malatissimi mezzi progetti di
fregare se stessa, il fidanzato, noi e un povero neonato innocente, è
tanta manna.
Se non ci arrivo, beh,
sentite. Sono un essere umano. Sono un essere umano deluso, ferito,
agitato e impotente. Lei è meravigliosa e apocalittica, e questo
purtroppo lo sapevamo dall'inizio. Io ho un caratteraccio, e anche
questa non è una sorpresa. Eccetera.
E comunque da ieri notte
sto fantasticando che verso metà settimana, complici le
palpitazioni, l'insonnia e la gastrite, io cada a terra fulminata da
un malore e ciò mi permetta di 1) essere ricoverata 2) far tornare
l'Uomo con il primo aereo e 3) tenere lei saldamente incollata al
capezzale della madre moribonda per qualche ora, così almeno so
dov'è.
Cristo. Che quadro.