Che
poi ovviamente arriva il momento in cui uno dice adesso basta, adesso
reagisco.
Mi
metto a fare le mie cose, come ha detto la psicologa. Mi metto a fare
le mie cose e sto tranquilla.
E'
lì che ti fai davvero male.
Perchè
guardi “le tue cose” e non le riconosci.
Cioè,
in condizioni normali le mie cose a questa stagione sarebbero state
stare con l'Uomo, correggere prove, riposare, vedere un po' di
parenti.
In
condizioni normali, cioè prima della Princi.
Con
la Princi, le cose normali sarebbero state invece farle fare tanta
matematica, portarla in montagna, farle provare una o due lezioni di
sci, stare insieme con calma, presentarle parenti e amici che non ha
ancora incontrato.
Dopo
i casini con la Princi, anche se tutti acciaccati, avremmo anche
potuto provare a fare le nostre cose, non fosse altro per far passare
il tempo.
Invece
siamo qui bloccati, la giornata si divide tra le cure veterinarie
(inefficaci) e quelle geriatriche (inutili). La stanchezza
psicologica è tale che al ritorno dalla casa di riposo non riesco a
fare niente, niente, devo fare tutto prima, tutto, lavare i piatti
preparare da mangiare fare la spesa telefonare.
Ciononostante
bisogna superare queste giornate di merda. In qualche modo.
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