venerdì 6 marzo 2015

Le unghie dei piedi

"Io non ci penso mai. Ma effettivamente esiste un'altra persona che lei chiama mamma oltre a me. E non credo di poter stare lì a guardare mentre lo fa. Se rivede sua madre, sono contenta per lei. Basta che io quel giorno sia dall'altra parte del pianeta. Sua madre ha fatto tre domande agli assistenti sociali. Voleva sapere se ha i capelli lunghi o corti, se fuma e se mangia carne di maiale. Ma se vuoi, guarda che ti dico anche se prende la pillola, se sta bene di salute, se è felice, cosa la fa piangere, i nomi dei suoi amici, se è fidanzata, e di che colore ha lo smalto sulle unghie dei piedi che IO le taglio."

Ore 18,45 banco freezer zona pesce,  supermercato di periferia, oggi, testuali parole.

4 commenti:

  1. Appartenete a culture diverse che vedono la vita diversamente. Cosa temi?

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    1. Perdio, la blogger in questione non mi sta simpatica per nulla, anche se sa indubbiamente raccontare, ma preoccuparsi unicamente della lunghezza dei capelli di una persona che si ha comunque partorito, non è da "altra cultura". La lunghezza dei capelli di tua figlia è più importante del suo essere amata? del fatto se la sera si addormenta sorridendo, o se fa gli incubi la notte? cos'è, una Barbie, tua figlia? Lunghezza dei capelli a stereotipo, programmata e non modificabile, poi tutto ok? Ma di quale cultura si ciancia? Sarebbe stato chiaro se avessimo parlato dell'Italia degli anni'50, oggi stiamo a farci le pippe mentali sulle basilari possibilità di un essere umano di svilupparsi in adulto autonomo e cosciente senza danneggiare nessuno, anche se non controlliamo o non approviamo le scelte individuali che compie. Ma che cultura e cultura, questo è solo il caro vecchio controllo e oppressione di buona memoria, accompagnati dall'ignoranza, non dalla "altra cultura". E adesso non piagnicoliamo alla chiagniefotti, per decenza, eh, che non attacca.
      Myri

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    2. Diciamo che il Marocco di oggi è abbastanza come I'Italia di 150 anni fa. E si, la mamma in questione è ignorante.
      Ma non c'entra l'essere laureati, italiani, maschi, femmine, musulmani. C'entra che la Princi ha gridato nel sonno per giorni, io c'ero, sua madre no.
      Non temo niente Lucrezis, ma non ci sto bene, ecco tutto.

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